Filosofia e mantra

Storia di Patanjali

Storicamente si inserisce Patanjali fra il 500 e 200 a.C., ma tutto ciò che lo riguarda è leggenda, e quest’ultima racconta la sua nascita dalla quale deriva il suo nome:

Si narra che Visnu, sdraiato su Adisésa (il Signore dei serpenti) stesse guardando la danza di Shiva e rimastone ammaliato, cominciò a vibrare seguendone il ritmo. Questa vibrazione lo fece divenire sempre più pesante al punto che Adisésa cominciò a sentirsi male non potendo respirare. Alla fine della danza il corpo di Visnu divenne nuovamente leggero e Adisésa , meravigliato, chiese il perché di questo cambiamento. Adisésa spiegò che la grazia e la maestosità della danza di Shiva avevano trasmesso le stesse vibrazioni nel suo corpo, rendendolo pesante. Adisésa decise allora di voler imparare a danzare per glorificare il suo Signore. Visnu si fermò a pensare e rivelò ad Adisésa che Shiva gli avrebbe presto dato la grazia di scrivere un trattato sulla grammatica e che successivamente avrebbe potuto concedersi di dedicarsi all’arte della danza. Adisésa ne fu felice e iniziò a meditare su chi poteva essere la sua madre terrena. Durante la meditazione ebbe la visione di una yogini di nome Gonika, la quale era assorta in meditazione nel desiderio di un figlio al quale trasmettere la conoscenza e la saggezza. Adisésa comprese che quella sarebbe stata la madre che cercava e rimase in attesa del momento propizio per diventare suo figlio. Gonika pensando di essere al termine della propria esistenza senza essere ancora riuscita a generare un figlio, si rivolse al Deva del sole perché l’aiutasse a soddisfare il suo desiderio. Si riempì le mani di acqua per fare un’ultima offerta a Lui, chiuse gli occhi e meditò sul sole. Quando stava per offrire l’acqua, aprì gli occhi guardandosi le mani. Con stupore si accorse che c’era un piccolo serpente che subito dopo assunse sembianze umane. Questo piccolo essere umano le si prostrò ai suoi piedi chiedendole di accettarlo come figlio. Gonika accettò e lo chiamò PATANJALI. PATA= caduto e ANJALI = offerta o anche “mani giunte in preghiera”.

Quindi il nome Patanjali deriva dalla preghiera di Gonika a mani giunte.

Patanjali rappresenta la reincarnazione di Adisésa, il sostegno di Visnu, e fu l’autore di due trattati, uno sull’Ayurveda ed uno sulla grammatica, oltre ad essere l’autore dei “SUTRA DELLO YOGA”.

Sutra di Patanjali

L’opera più rappresentativa di Patanjali è:
I sutra dello yoga“.

Questo testo è diviso in 4 pada (capitoli) e contiene 196 aforismi (SUTRA), un quantum di pensieri fondamentali per guidare il Sadhaka (praticante) verso la conoscenza.

  • SAMADHI PADA, riferito alla contemplazione.
  • SADHANA PADA, riferito alla pratica.
  • VIBHUTI PADA, riferito ai poteri.
  • KAIVALYA PADA, riferito all’emancipazione e alla libertà.

I 4 PADA corrispondono ai 4 Varna o divisioni del lavoro, ai 4 Astana o stati della vita, ai 3 Guna o qualità della natura, insieme al quarto stato al di là di essi (sattva, rajas, tamas e gunatita), e ai 4 Purusartha o scopi della vita. L’effetto del seguire il cammino descritto da Patanjali è quello di fare esperienza dello stato spontaneo e indivisibile del veggente.

Patanjali si muove descrivendo gli otto aspetti (rami) dello yoga, meglio noti con il temine Astanga Yoga anche chiamato Kriya Yoga:

  • YAMA
  • NIYAMA
  • ASANA
  • PRANAYAMA
  • PRATYAHARA
  • DHARANA
  • DHYANA
  • SAMADI

YAMA E NIYAMA
sono i principii universali:

 5 YAMA Gli yama sono cinque regole etiche e morali universali, cinque freni o “astinenze” che limitano i comportamenti dannosi e distruttivi per lo yogi e per le sue relazioni con gli altri:

  • AHIMSA Nonviolenza
  • SATYA Sincerità
  • ASTEYA Onestà
  • BRAHMACHARYA Continenza sessuale 
  • APARIGRAHA Non avidità nel possedere 

5 NIYAMA  cinque niyama sono virtù e comportamenti positivi legati allo stile di vita del singolo individuo, da coltivare per migliorare sé stessi:

  • ŚAUCHA Purificazione 
  • SANTOȘHA Accontentarsi 
  • TAPAS Austerità
  • SVĀDHYAYA Studio e conoscenza di sè
  • IŚVARA PRAŅIDHĀNA Abbandono alla volontà divina 

Il mantra OM

Il mantra OM è una combinazione di sillabe sacre che formano un nucleo di energie spirituali.
Questa sillaba tradizionalmente viene cantata all’inizio ed alla fine di ogni lezione di yoga.

È considerato il suono primordiale; si pensa che prima della creazione ci fosse questo suono e perciò racchiude in sé tutte le energie che hanno permesso la formazione dell’universo.

“Il mantra Om libera lo spirito umano dai confini del corpo, della mente, dell’intelletto e dell’ego”. B.K.S. Iyengar

La parola OM deriva dal sanscrito e viene scritta anche AUM dove le tre sillabe significano rispettivamente:

  • A – VEGLIA
  • U – SONNO
  •  M – SONNO PROFONDO

Vi è anche una quarta sillaba, quella silente, cioè il silenzio che c’è tra una (La recitazione del mantra) e l’altra, e rappresenta uno stato che trascende gli altri tre.

Se invece si considera l’energia, ogni sillaba rappresenta uno dei GUNA , ossia le energie materiali che influenzano la vita di tutti gli esseri viventi:

  • A – TAMAS (ignoranza, inerzia, oscurità)
  • U – RAJAS (dinamismo, attività)
  • M – SATTVA (luce, verità, purezza)
    Il suono silente invece rappresenta la Coscienza pura, uno stato che trascende i tre Guna.

Considerando, invece, le divinità indiane, le sillabe rappresentano rispettivamente:

  • A – BRAHMA (creatore)
  • U – VISHNU (conservatore)
  • M – SHIVA (distruttore)
    Il suono silente rappresenta la realtà oltre la divinità.

In ultimo, se consideriamo gli stati della vita, le sillabe vengono così descritte:

  • A- PRESENTE
  • U – PASSATO
  • M – FUTURO
    Il suono silente rappresenta la realtà che va oltre il tempo e lo spazio.

Di seguito alcuni sutra di Patanjali che fanno riferimento al mantra Om:

1.23
“Simbolo della divinità è la sua ripetizione porta alla conoscenza del Sé”.
Questa sillaba può anche essere chiamata “Pranava” che in sanscrito significa “gloria e realizzazione del divino”.

1.28
Il mantra Om deve essere ripetuto costantemente con sentimento e piena comprensione del significato, per il raggiungimento dei livelli più alti dello yoga.

1.29
La meditazione su Dio con la ripetizione del mantra elimina gli ostacoli al controllo del Sé è alla sua scoperta.

lista dei mantra